Jerk - Presentacion
Pensare globalmente. Ecco ciò che chiede il jerkin. Un nuovo ballo con la propria musica in rapida evoluzione, un modo di vestire, un modo d’essere, un movimento!!! E’ l’origine, il collante nella cultura della gang culture.
Un ballo, un tipo di musica, una moda, uno stile di vita nato tra gli adolescenti di Los Angeles. The Jerkin Movement (in slang, jerkin vuol dire saltellare) è una sub-cultura perbene, non violenta, che si beffa dei bulli metropolitani e trasforma l'archetipo hip hop del maschio-gangsta in fashionista-amichevole.
"Il movimento nasce a Long Beach, California, proprio nella gang-land dei ghetti più pericolosi. I teenager, generazione nata con i social network, chiusi in casa a causa della violenza delle strade, hanno iniziato a diffondere via web una nuova sottocultura con codici personali per ribellarsi e distinguersi dallo stile ad alto tasso di testosterone che spopola in quei quartieri", lo racconta lo stilista-artista Hedi Slimane che ha studiato e fotografato i volti della nuova corrente e ne ha fatto un progetto in progress: il rock diary, visibile sul suo sito hedislimane.com.
Il Jerkin è mix di pop, rap, R&B, electro-hop ma dai toni minimal. "La musica è fatta di tempi sincopati, come un rap dai beat spezzati su cui cantano voci giovanissime. Ne esce un ballo molto coreografico, ritmo allo stato puro che ha coinvolto la West Coast giovane", continua Slimane. "È pazzo, si diffonde come un virus e contagerà tutto il mondo", parola di un vero jerk, Earl Benjamin aka Ben J, che con l'amico Dominic Thomas in arte Legacy fa parte dei New Boyz, i due diciottenni-icona autori della hit "You are a Jerk" (750mila copie vendute su iTunes e 400mila suonerie), praticamente l'inno del movimento.
Un ballo, un tipo di musica, una moda, uno stile di vita nato tra gli adolescenti di Los Angeles. The Jerkin Movement (in slang, jerkin vuol dire saltellare) è una sub-cultura perbene, non violenta, che si beffa dei bulli metropolitani e trasforma l'archetipo hip hop del maschio-gangsta in fashionista-amichevole.
"Il movimento nasce a Long Beach, California, proprio nella gang-land dei ghetti più pericolosi. I teenager, generazione nata con i social network, chiusi in casa a causa della violenza delle strade, hanno iniziato a diffondere via web una nuova sottocultura con codici personali per ribellarsi e distinguersi dallo stile ad alto tasso di testosterone che spopola in quei quartieri", lo racconta lo stilista-artista Hedi Slimane che ha studiato e fotografato i volti della nuova corrente e ne ha fatto un progetto in progress: il rock diary, visibile sul suo sito hedislimane.com.
Il Jerkin è mix di pop, rap, R&B, electro-hop ma dai toni minimal. "La musica è fatta di tempi sincopati, come un rap dai beat spezzati su cui cantano voci giovanissime. Ne esce un ballo molto coreografico, ritmo allo stato puro che ha coinvolto la West Coast giovane", continua Slimane. "È pazzo, si diffonde come un virus e contagerà tutto il mondo", parola di un vero jerk, Earl Benjamin aka Ben J, che con l'amico Dominic Thomas in arte Legacy fa parte dei New Boyz, i due diciottenni-icona autori della hit "You are a Jerk" (750mila copie vendute su iTunes e 400mila suonerie), praticamente l'inno del movimento.
Il look è anni 80: accessori rétro geek fluo, gommosi e pop, cappellini con la visiera, occhiali da yuppie e sneakers vintage. Protagonisti assoluti i jeans aderenti, elasticizzati, in una parola skinny, capo simbolo del gruppo. Non a caso i New Boyz hanno intitolato il loro album di debutto Skinny Jeanz and a Mic. The Jerkin Skinny Jeanz Movement, come lo ha ribattezzato Slimane che di jeans stretti se ne intende: "Ho cominciato a disegnarli nel 2000 prima da YSL e poi da Dior per necessità personali - sono magrissimo - ispirandomi ai romantici tardo '800, con un mix di indie rock, Bowie, The Clash, Gainsbourg e il punk". Il jeans skinny ha però anche una funzione pratica: tenere lontana la polizia: "Con pantaloni baggy e T-shirt XL i poliziotti ti fermano perché ti scambiano per uno di una gang. Avete mai provato a nascondere una pistola in uno skinny jeans?", spiega Ben J. Pacifico e sorridente, il Jerkin Movement abbatte le barriere razziali. Al contrario di breakdance e hip hop, legati alla cultura afroamericana, l'unico colore che interessa qui è quello dei vestiti. "La gente è stanca di risse e pistole", spiega Shariff Hasan, giovane filmaker che sul fenomeno sta realizzando un documentario.
"La diffusione del Jerkin Movement si deve al web: video virali e blog. Tra i 13 e i 20 anni, vera generazione wifi", sintetizza Hedi Slimane. Hanno cominciato a scaricare i video delle band che ballavano il Jerkin imparandone le mosse, da autodidatti.
Cresciuti con il computer, ereditano dai suoi meccanismi le mosse del ballo: "I passi base sono The Jerk, Reject, Pin Drop, Sponge Bob e Dougie, ma come per i software aggiornati continuamente, il Reject 2.0 sostituisce la precedente", spiega Hasan. I New Boyz hanno registrato la canzone con cui hanno poi ottenuto un contratto con la Warner Brothers/Asylum tra le pareti di casa, mentre la mamma preparava biscotti in cucina. È già pronto il merchandising. E non sono i soli. Come loro molti sono diventati piccole celebrità suonando prima sul web, nei cortili delle scuole o nei centri commerciali: U.See.L.A. Jerk Kings, Power Ranger$, High 5, Action Figurez, Rej3ctz, LOL Kidz, Indigo Vanity and Friendz, Young Ace and the Kream Kidz e Team Dummy sono ormai icone. Qualcuno vede somiglianze con il Krump (o Clowning), la danza di strada tra tribalismo e breakdance raccontata dal fotografo David LaChapelle. "Rispetto al Krump il Jerkin è più semplice e meno acrobatico: da eseguire con i piedi soprattutto, senza particolari sforzi da parte del resto del corpo. Il bello è che lo possono fare tutti e ognuno può metterci del suo", chiude Hasan.
In poco tempo il movimento si è espanso dalla West alla East Coast, fino ai rampolli dell'upper class di Manhattan. Il New York Times lo ha definito un autentico boom.
Per Todd Moscowitz, presidente della Asylum Records, è un fiume in piena su cui vale la pena scommettere. Le band hanno milioni di fan e le case discografiche fanno loro la corte.
Analizza e predice Hedi Slimane: "Grazie a internet sta superando ogni limite e confine. Se continua a mietere fan con questo ritmo, il Jerkin potrebbe conquistare velocemente tutto il mondo".
Non solo la testata giornalistica americana dedica spazio a questo nuovo genere ma anche in Italia il movimento viene considerato ed osservato, prendiamo ad esempio l’articolo pubblicato sulla Repubblica il 28 novembre 2009 dalla giornalista Katia Riccardi o l’approfondimento di blogosfere del 6 maggio 2010
... e voi cosa suggerite???
grazie agli stududenti del http://www.pasini.vi.it
e a tutte le fonti citate
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